VIVERE CON UN GATTO FA BENE ALLA SALUTE

Voglio che tu vada in una trance così profonda che ti sembri di essere una mente senza corpo, che ti sembri che la tua mente galleggi nello spazio e che galleggi nel tempo. E voglio che tu scelga un momento nel passato in cui eri una bambina piccola piccola. E la mia voce ti accompagnerà.
(Milton H. Erickson)

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VIVERE CON UN GATTO FA BENE ALLA SALUTE

Pubblicato in data 05.05.2023

GATTO

I gatti sono gli animali domestici più presenti nelle nostre case.
Diverse sono le ricerche scientifiche che confermano che la convivenza con il felino più diffuso al mondo possa contribuire al nostro benessere fisico e mentale. Uno studio australiano (Cheryl M. Straede Richard G. Gates M.D., 2015), ad esempio, certifica che i proprietari di un gatto hanno una migliore salute mentale rispetto a chi non ne ha. Si sentono meno nervosi, più fiduciosi e addirittura dormono meglio. Anche i bambini ne traggono grandi benefici. Uno studio che ha coinvolto più di 2.200 ragazzini scozzesi ha dimostrato che più avevano un legame stretto con il gatto, migliore era la loro qualità di vita.
Un altro studio (Dennis C. Turner, Gerulf Rieger, Lorenz Gygax, 2003) ha confermato che chi convive con un gatto vive meno frequentemente emozioni negative rispetto a chi vive con il proprio partner. Anche i tanto amati video con i gattini che spopolano su internet migliorano l’umore di chi li guarda. È noto che i gatti siano in grado di abbassare i livelli di stress agli umani che vivono con loro: da una parte basta pensare all’effetto calore che ci regalano quando scelgono di accoccolarsi vicino a noi nelle fredde sere d’inverno.
Un rapporto uomo-animale, caratterizzato da un tono tranquillo, rassicurante, positivo e di conseguenza rilassante, interviene sulla produzione di adrenalina e di altri ormoni corticosteroidi, con il risultato di una minor pressione arteriosa, ritmi cardiaco e respiratorio più lenti.
Diverse ricerche hanno dimostrato come la vicinanza di animali procuri dei benefici effetti sulla pressione arteriosa e sull'apparato cardiocircolatorio. Uno studio condotto da Erika Friedmann (1983) ha rilevato che persone che avevano avuto un infarto e che possedevano un animale sopravvivevano decisamente di più rispetto ad altre persone infartuate, ma che non possedevano alcun animale.
I dati rilevati dalla ricercatrice hanno evidenziato che basta la presenza di un gatto tranquillo e rilassato nella stanza, per attivare nei soggetti diverse reazioni fisiologiche, quali:
• Diminuzione della pressione sia diastolica che sistolica
• Regolarizzazione del battito cardiaco
Regolarizzazione e distensione della respirazione
• Rilassamento generale nel tono muscolare e nelle espressioni del viso
Inoltre, hanno dimostrato che accarezzare il pelo di un gatto oltre che regolare la frequenza cardiaca, inducendo rilassatezza che a sua volta provoca un abbassamento della pressione sanguigna, contribuisce ad aumentare la coscienza della propria corporalità, essenziale nello sviluppo della personalità.
Risultati simili sono stati ottenuti da studi effettuati dal NHANES II (National Healt and Nutrition Examination Study), condotto in tutti gli Stati Uniti e analizzando i dati di follow-up pari a 13,6 anni, (Hypertension, 2001) dai quali è emerso che possedere un cane e, ancor di più, un gatto, aumenta la probabilità di ridurre l’ipertensione da stress. Nel 2009, in modo analogo ma più dettagliato, è stato pubblicato sul Journal of Vascular and Interventional Neurology uno studio che ha dimostrato sperimentalmente la capacità dei gatti di ridurre in modo significativo la mortalità per infarto e per ictus degli esseri umani con i quali convivono. La cosa importante è che stata trovata un’associazione indipendente tra l’avere un gatto e ridurre la mortalità per infarto, o per altri accidenti cardiovascolari.
L’aggiustamento dei fattori confondenti ha dimostrato che il Rischio Relativo (RR) significativamente più basso di morte per infarto del miocardio nei partecipanti che avevano avuto in passato un gatto rispetto ai pazienti che non avevano mai posseduto un gatto. Si è inoltre registrato un aumento del rischio di morte per malattie cardiovascolari tra i partecipanti senza gatti.
Tuttavia, non è stato statisticamente evidenziato un ruolo nella prevenzione degli ictus.
Una ricerca dell’Università della Pennsylvania ha dimostrato che chi vive con un gatto ha meno mal di testa, raffreddori e mal di schiena rispetto a chi non ce l’ha. Rispetto ai possessori di cani, i “gattari” tendono a essere più aperti verso le nuove esperienze. Sono però meno estroversi e meno amichevoli

Bibliografia essenziale
Cheryl M. Straede Richard G. Gates M.D. (2015). Psychological Health in a Population of Australian Cat Owners, Pages 30-2; Anthrozoös , A multidisciplinary journal of the interactions between people and other animals

Dennis C. Turner, Gerulf Rieger, Lorenz Gygax (2003). Spouses and cats and their effects on human mood. Anthrozoös 16(3):213-228

Costa, P. T., Fleg, J. L., McCrae, R. R. and Lakatta, E. G. (1982). Neuroticism, coronary artery disease, and chest pain complaints: Cross-sectional and longitudinal studies. Experimental Aging Research 8: 37–44.