LO STRAORDINARIO POTERE DELLA MUSICA E IL SUO RUOLO NELLO SVILUPPO COGNITIVO DEL FANCIULLO

Voglio che tu vada in una trance così profonda che ti sembri di essere una mente senza corpo, che ti sembri che la tua mente galleggi nello spazio e che galleggi nel tempo. E voglio che tu scelga un momento nel passato in cui eri una bambina piccola piccola. E la mia voce ti accompagnerà.
(Milton H. Erickson)

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LO STRAORDINARIO POTERE DELLA MUSICA E IL SUO RUOLO NELLO SVILUPPO COGNITIVO DEL FANCIULLO

Pubblicato in data 09/04/2020

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Fin dall’antichità alla musica è sempre stato riconosciuto uno straordinario potere e un altissimo valore. Attorno ad essa ruota l’esistenza di intere generazioni e di singoli individui, ognuno dei quali riesce a dar vita alle proprie emozioni affidandosi ed entrando nella dimensione musicale.

“La musica apre la mente all’immaginazione, aiuta a raggiungere i sogni”.
Salvatore Sciarrino

La citazione del compositore palermitano Salvatore Sciarrino è ricca di significato: mette in evidenza l’enorme potere della musica, il suo essere in grado di spronare un individuo a tal punto da aiutarlo a raggiungere i propri obiettivi. Perché accade questo? Perché la musica offre la possibilità di dare voce ai propri pensieri, alle proprie emozioni, ai propri sentimenti, soprattutto i più profondi e i più nascosti.
Entrare nella dimensione musicale e affidarsi a ciò che essa ci suggerisce, permette di evocare stati d’animo, ricordi e sensazioni. Si tratta di un potentissimo mezzo di comunicazione attraverso il quale si può parlare a sé stessi, andando anche a scavare così in profondità da riuscire a far vedere la luce agli eventi più intensi. Allo stesso tempo, come suggerisce Sciarrino, la potenza della dimensione musicale può essere tale da fungere da monito per il raggiungimento dei propri sogni: è come se la musica aiutasse, in alcuni casi, a vedere tutto più chiaramente, come se fosse in grado di mettere insieme i pezzi del puzzle del futuro di ognuno. Ciò accade quando si rompono le catene, quando si è disposti a lasciarsi attraversare dai suoni, quando ci si abbandona verso la parte più profonda dell’essere.
Nel corso degli ultimi decenni, la psicologia ha ampiamente riconosciuto la valenza emozionale della musica e l’ha tradotta nella pratica della musicoterapia, una modalità terapeutica che utilizza la dimensione musicale come mezzo per portare alla risoluzione di determinate situazioni personali. Durante la terapia, infatti, la componente sonora è tale da innescare nell’individuo delle risposte psicologiche che vanno a stimolare l’insorgere delle più nascoste dinamiche della vita emotiva. Tutto ciò viene portato alla luce attraverso l’esperienza musicale che il più delle volte, soprattutto in fase iniziale, avviene con l’improvvisazione.
Sono moltissimi gli studi che hanno dimostrato l’importanza della musica nello sviluppo psicofisico del fanciullo, in particolar modo nello sviluppo cognitivo: avvicinarsi alla dimensione musicale aiuta a mantere alta l’attenzione e la concentrazione e stimola la predisposizione all’apprendimento e all’ascolto.
Diversi sono gli aspetti appartenenti prettamente all’ambito musicale che si rivelano di fondamentale importanza per alimentare la crescita globale del bambino, ad esempio il ritmo, e non è un caso che l’Organizzazione delle Nazioni Unite abbia inserito nella convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza l’insegnamento delle discipline musicali nei programmi educativi delle scuole dell’infanzia.
Come spiega Roberto Barbieri, musicista e didatta della musica, per i fanciulli si rivela di assoluta importanza entrare in contatto con la musica: si tratta di un’opportunità che non può non essere colta, soprattutto perché approcciarsi fin da subito alla dimensione musicale vuol dire alimentare lo sviluppo dell’intelligenza emotiva.
È soprattutto attraverso la body percussion che vengono stimolate più abilità contemporaneamente, come ad esempio quelle linguistiche in quanto ad ogni gesto del corpo viene associata la verbalizzazione di una sillaba. Questo aspetto offre determinati vantaggi perché non solo è un modo che l’insegnante e l’educatore possono utilizzare per avvicinare il bambino ai suoni della lingua madre (ad es. pa – ta), ma può anche aiutare a comprendere se possono esserci o meno difficoltà che potrebbero richiedere l’intervento di un logopedista. Naturalmente vengono messe in gioco anche le capacità cinestesiche, le quali portano al potenziamento delle abilità corporee e della coordinazione motoria; la body percussion in partcolare è maggiormente legata al movimento ritmico, che aiuta i bambini a potenziare anche la gestione e la consapevolezza del tempo e dello spazio.
Un educatore e un insegnante che inseriscono all’interno del proprio programma educativo delle attività che si rifanno all’ambito musicale, sicuramente contribuiscono ad uno sviluppo più completo del bambino. A contribuire è anche un ulteriore aspetto tipico della musica: essa è un grande strumento di aggregazione ed è di natura assolutamente inclusiva. Essendo in grado di favorire la creazione di un clima sereno inclusivo e predisposto all’apprendimento, vengono messe in gioco tutte le possibilità per potenziare le competenze affettive e di relazione.
È importante sottolineare che ogni infante possiede un’innata capacità musicale, che nel tempo può essere o meno sviluppata dall’adulto competente. Al momento della nascita ognuno ha un determinato livello di attitudine musicale alla dimensione musicale e un caso a parte è quello dei bambini prodigio come Mozart che già all’età di tre/quattro anni dimostrava un’abilità clavicembalistica assolutamente notevole. Il Metodo Gordon, ad esempio, si fonda proprio su questo principio e suggerisce una serie di strategie didattiche che aiutano i bambini fin dall’età neonatale ad alimentare le loro già presenti predisposizioni musicali.
“La capacità potenziale di comprendere la musica non è un'attitudine speciale concessa a pochi eletti: tutti gli esseri umani la possiedono”
Edwin E. Gordon

Per concludere, si vuole sottolineare l’assoluta necessità di inserire i bambini all’interno di un contesto musicale fin da piccolissimi, affinché possano portare al massimo livello non solo le proprie abilità musicali, ma soprattutto quelle cognitive. Il punto di partenza è la musica, tutto il resto viene da sé.

Chiara Fanfarillo, diplomata in pianoforte al Conservatorio Licinio Refice di Frosinone e laureata in Scienze della Formazione Primaria presso l’Università Roma Tre - Collaboratrice della Dott.ssa Antonella De Luca nel Progetto "ComunicaMente"